«Giulietta e Romeo»
leggo sopra una scatola di caramelle
nella vetrina di Alemagna.
E subito mi appaiono
due adolescenti innamorati
che per la brama incontenibile
d’essere uno in due,
aspirazione ingenua
e tanto bella a quell’età,
mangiano insieme una caramella
fondendosi l’uno nell’altro
come lo zucchero fra le loro labbra.
Nella freschezza dei movimenti
le bocche unite
emanano il profumo di una rosa.
E fino a quando un tale incanto
verrà interrotto da una voce insospettata
per informare sul conto di quell’uno
che non soltanto il due
ma anche di più il tre e il quattro
rappresentano una realtà della terra.