Burzio, Filippo

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  • Codice identificativo: AD900AU-104045
  • Tipologia: Persona Fisica
  • Date di esistenza: 1891-1948
  • Attività: Scienziato, pensatore, giornalista.
  • Storia: Nasce a Torino; studia all’Istituto Tecnico Industriale “G. Sommeiller” e contemporaneamente approfondisce, da autodidatta, la conoscenza della letteratura europea e dei classici del pensiero politico. Si laurea al Politecnico in Ingegneria Industriale Meccanica; partecipa alla Prima guerra mondiale conducendo ricerche sperimentali di balistica presso l’Arsenale di Torino. Svolge attività didattica in Balistica presso il Laboratorio di Aeronautica fondato da Modesto Panetti; dal 1915 è assistente ordinario alle cattedre di Meccanica applicata e di Costruzioni aeronautiche del Politecnico, ma, poiché rifiuta di iscriversi al Partito fascista, abbandona il ruolo nel 1925. Professore di Meccanica Razionale alla Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino, ritorna a insegnare presso il Politecnico nel 1937 e fino al 1943. La sua fama di scienziato si accompagna a una profonda conoscenza di pensatori quali Rousseau, Bergson, Pareto, Croce; con quest’ultimo entra in amicizia e intrattiene una intensa corrispondenza epistolare. Elabora una sua teoria politica, basata sulla figura di un «demiurgo» che viene individuato in Giolitti. Firmatario del manifesto di Croce (1925), riesce però a rimanere collaboratore della «Stampa»; ne assume la direzione per un breve periodo nel 1943, in qualità di rappresentante del Fronte interpartitico torinese. Condannato a morte dal tribunale nazifasacista, si ritira in clandestinità in montagna. Dopo la Liberazione, condivide la direzione della «Nuova Stampa» con Giulio De Benedetti. Muore a Ivrea.
  • Fonti (vedi legenda): 11, 4: C. Bo, "Ricordo di Burzio", in “La Stampa”, 2 gennaio 1958; N. Bobblio, Introduzione, in F. Burzio, "Il demiurgo", Torino, Teca, 1968
  • Ultimo aggiornamento: 2011-09-12